Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
46oANNALI
cena con esso loro* La fanciulla accolte il dono con grato animo, e l'omicjatto andò con Dio. Alla aera giunge l'Orsi, cbe i tordi qran già arrostiti ; e la madre della fidanzata lo ringrazia. del dono, ed egli protesta non saperne novella. Queste sue scuse vengono attribuite a modestia, o a volontà di scherzare; e non se ne fanno altre parole. All' ora della cena volevano che Giovanni stesse con loro; ma egli aveva pressanti interessi, e si scusò e partissi. Giunto a casa Pier Machiavelli zio della sposa, mangiarono i tordi senza sospetto veruno; dopo di che si separarono, e ognuno andossi al riposo. Il veleno frattanto prese ad operare. A quattro ore di notte, ecco levarsi in lamenti quanti ebbero mangiati di que' tordi, e contorcersi e dolersi per lo strazio interno che provavano. Pietro Conti, padre della promessa, o perchè meno degli altri mangiato avesse, o perchè di più sano stomaco, balza del letto per soccorrere agli altri, inciampa nel cane, già morto per aver mangiate le ossa di que' tordi, e conosce , dall'enfiamento di quel cadavere, essere scoppiato di veleno. Si veste in fretta corre alla casa d'uà eccellente medico, narra l'avvenuto, sono apprestati vomitivi, sono salvi gl'infermi. Si pensa cui accagionare di tale avvelenamento; nasce sospetto di Giovanni Toschi ; si dà relazione del fatto al magistrato competente, che indarno ceroa di Giovanni per sottometterlo ad esame. Egli era fuggito dalla patria, dalla quale fu sbandito, e da tutto il territorio, con taglia di cinquecento scudi a chi lo pigliasse vivo, e di ducentocinquanta a chi morto; e se colui che il consegnasse fosse un bandito, veniva rimesso dal bando, insiem con un altro, ad inchiesta sua. Nè di ciò pago il Pretore , levò l'insegna a quel fratello del Tosohi , eh' era Gonfaloniere, e il vicariato di Liano all'altro. Onde tanti danni derivarono a quella famiglia per una passione mal frenata o per una vile vendetta,
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