Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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•an Barn aldina'da Siena: nel qual tempo fa tan-i to il concorso di divoti alla Città eterna-,1 che non sv ricorda il maggiore. Fino al qual anno il Papa'Nicolò poteva gloriarsi d'esser uno de'più. venturosi che retta avessero la cristianità. Ma sommo dispiacere gli cagionò una congiura ordita contro di lui da Stefano Porcari, ardito ed eloquente demagogo, che mise in sommossa l'intera Aomaw Ed un altro infortunio gli accelerò la morte; la presa di Costantinopoli, già da noi annunziata* Quando l'Imperatore, due anni prima, gli aveva chiesto soccorso contra gì' infedeli, ed un Legato per' ravviar gli scismatici, Nicolò, nel mandargli il Cardinale Isidoro, gli aveva significato che si aspetterebbero ancora tre anni per veder se la pianta, che fino allora erasi inutilmente ooltivata volesse dar frutti, e che, se non davane>, verrebbe tagliata fino alla radice. Il fatto verifioò questa predizione; e le prove d'odio, onde i Greci caricarono il Legato, parve rendessero Costantinopoli meritevole d' un ultimo castigo. Ma per questa catastrofe Nicolò cadde in una melauconia che non l'abbandonò più mai, e ohe lo tolse di vita in quest' anno del quale accenniamo le notizie. ( 24 Marzo ).
I dotti e la Chiesa piansero la morte di questo Pontefice, che negli otto anni di sua reggenza protesse le 'lettere, cadute già sotto il peso della gotica barbai-ie, e risorger le fece con isplendore. Egli stesso le coltivò, versò i suoi favori sopra 'coloro che vi si dedicavano; arricchì la biblioteca del Vaticano con istupendi manoscritti greci e latini , racoolti per suo ordine in tutti i paesi del móndo ; laperae in Roma un asilo ai dotti ohe il furore de' Musulmani dalla patria scacciava , e che seco portavano inestimabili tesori letterarii. Il Pontefice''ordinò che fosser volte in latino le opere de' Padri Greci ; e promise cinquemila ducati a chi gli portasse il Vangelo di saa Matteo in lingua ebraioa. -Roma riconosce .da lui la
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