Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI '469
ANNO DI CRISTO A461,
Diverti tumulti, e trattati, e ribellioni accaddero in quest'anno, delle quali cose/paratamente, parleremo, secondo nostra consuetndine. E dapprima è a sapersi ohe un tale Giacomo Mereiaio, a persuasione di Alessandra degli Usberti e di altri fuorusciti aveva preparato un forte veleno per Santi Bentivoglio , la, cui persona era guardata come il perno sul quale reggevasi tutta la gran macchina Bentivolesca e de' Marescotti e de' Malvezzi; e tronco il quale, reputavano gli esuli che 1' edilìzio avversario crollasse e dirupasse pienamente. Ma sempre, o quasi sempre addiviene ohe dove molti congiurano, non tutti mantengano il secreto ; ciò cbe pure questa volta si verificò : ed ecoo il Mereiaio imprigionato, eccolo alla tortura, eccolo confessare il misfatto, tentato da lui e dai correi, eccolo decapitato sulla pubblica piazza, mentre gli altri complici nella Città, sen fuggirono impauriti da questa, ad aumentare il novero degli esuli, che fuor di patria fremevano, e si rodevan di rabbia, e vedevano pertanto farsi pifc grandi i Bentivoglio coi loro amici ed aderenti.
I Centesi poi e quelli della Pieve si ribellarono a Bologna, dichiarando (come altra volta ebber fatto al tempo di Gualengo Ghisilieri ) di volere starsi solamente alla devozione del Vescovo Filippo Calandrino: per la qual cosa adirato il reggimento felsineo, pose un bando che sotto pena di cento ducati niuno potesse uscire dalle due castella , e niuno parimenti dal territorio, sotto la medesima pena, entrar potesse nè in Cento, nè nella Pieve: e chiunque de' trasgressori al bando fosse ucciso, non sarebbe vendicato, dandosi tempo all'uccisore di cercare accordo colla famiglia della vittima.
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