Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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BOLOGNESIiiJi
Fra tanto Giovanni Bentivoglio recavasi alla corte di Milano, accompagnato da molti gentiluomini e da trecento cavalli. Dal giovine Duca e dalla reggente Bona aveva amorevole ed affettuoso accoglimento, e splendidissimo alloggio. Ella, coi primarii di sua corte e con esso Giovanni ebbe a lungo discorso degli affari di Stato, e del modo di conservar la reggenza, mentre il cognato Lodovico Sforza detto il Moro , aspirava a farla sua^ per guidare a sua posta il giovinetto Duca. Bona ebbe agio di conoscere ri sincero attaccamento del Bentivoglio, nò il volle privo di guiderdone; tanto più che questo doveva essergli stimolo a perseverare nell' ottenuta fedeltà, e ad avere in somma cura il figliuolo di lei. Il perchè dona vagli le castella di Antignato e di Covo colle loro adiacenze, e il ponte di Pizzi-gbettono, c^eandonelo Conte; de'quali titoli alcuna volta usò il Bentivoglio in diplomi da lui emanati. Tali feudi esser dovevano ereditari ne'suoi figliuoli, come pur quelli di Monguzzo, di san Nazaro e di Roncarolo, ch'ebbe dipoi per largizione di Gian Galeazzo, se non forse del Moro, che a suo talento ornai lo guidava. Ne prese possessione Giovanni ; quindi licenziatosi da que'Duchi, faceva ritorno a Bologna. E mentre vi metteva piede, movevano ad incontrarlo molti nobili e gran popolo festeggiente, nel tempo stesso che le campane del tempio di san Giacomo sonavano in metro di letizia, e di pubblico giubilo.
£ tanto basti delle memorie di quest'anno, che secondo il Ghirardacci fu abbondantissimo d'ogni sorta di prodotti.
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