Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI iiJiANNO BI CRISTO I486»
. «n • iNei primi tre mesi non accadde nulla di nuovo,' tranne l'entrata in ufficio dei magistrati tutti della Città. In principiò d* Aprile rènne a Bologna un ambasciatori dèi Re'd? spagna ài Pàp^j che aveva in sua comjWgnia <Jue yescovi e vfetithei' Cavalieri aurati, con nn seguitò'di cento cavalli, Costui, che' fa uotno ricchissimo eli ebbe il cognome de'Tkrt-tila, volle starsi alla Locanda del Montoné , pet non da* brighe al Béutfrògliò, il quale pferf> glì fu guida ^ct visitare le prinéipaK chièse, e le coée più notevoli di Boltogna. — Ed esso Giovanni il di di san Marco creò cavaliere auràto Carlo; Grati suo capitano, cui diede cura di milizie e mandò! nell'Emilia' per insinuazione del1 Duca Sforza di Milano; ora espotremo più diffusamente. ' ' , '
Appena Innocenzo Vili, ebbe salito il'g^an sogjio,' volsé ogni ctfra a1 rfbùtitareJda Sidflia e da Jtklid le armi,utnusàlmahe , ohe gravi danni minacciavano. A t&l tìne vòllè rannodare la sacra lega di tutta cristianità; ma indarno. Ne'contorni stessi di Roma i Cotennósi e gli Otsirii rinnovellavano jgti'erra : - là invigorivano altri Principi> e la diffóndevano. 'Ed ecco da che jiròcédevà tale incendiò.-~Alfonsò Dlibà di' Calabria ; erede del ttonó na^òlttaho , fie'suoi mali cosHui^i'erasì tirato contro 1? òdio universale, e qùello Agiatamente dè® magnati1, che pròruppero' in aperta!*Sedizione, ed al Pontefice ricorrevano, e a lai portavano contro ij Dncbalte ^uerele. ll P'fpai' cui Ferdinando, pHdire d'Alfbnso, più non pagava il consuete tributò, citollo a'Róma. Egli non obbedì, ma còllegòési1 invece ai Fiorentini e al Duca di Mi5-lano contro i Baroni ribellati : qtiesti co* Genovesi, co' Veneziani f e col Papasioollegarofao: i federiti a Ferdinando inviarono soldatesche nelle campagne di Roma, dove aspra guefra incoiMhciò.
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