Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIiiJi
con servitori in vesti di raso biondo, detto azzu-rebbio, e ricamo a forma 4* un gran pino di perle, e per frutti spade, per rami rubini, zaffiri, e diamanti , e sotto questo pino passava un cane col motto: tempre fedele al suo bel pino. Merigo Bianr chini e suo seguito con vesti di raso alessandrino , con castagni e frutti in mezzo a una sega. Giacomo dall' Armi co' suoi vestiti di raso cremisino. Gioan Giacomo Vitali con servitori pure in vestiti simili. Francesco di Gioan Bolognini eccellente musico , aveva per ricamo un mazzo di sparagi domestici col motto : a buon fine : ed i servitori avevano un drappo verde. Arrigo Bianchi con suoi vestiti di raso alessandrino e con bel ricamo.
Erano in tutto li servitori di questi venticinque scalchi centocinquanta ornati, come si è detto, di nobili e preziose vesti : e riusciva cosa oltremodo meravigliosa il vederli seguitare con tanta subordinazione i loro padroni, e con sì gran silenzio, che neppure una paiola si udiva. Fu cominciato il convito alle ore venti, e durò insipo alle tre ore di notte.
Venne data l'acqua artificiata alle mani, ed asciugate con sottilissimi drappi : assegnati, j posti alle tar vole (e queste in numero quattordici) si comincia? rono a portare le vivande. Vero è prima che si presentassero davanti a quelli che sedevano, vidersi portate esse vivande con grandissimo ordine intorno la piazza del palazzo per istendere in regolare fila li servitori, ed anche per farne mostra al popolo , acciocch' egli ammirasse tanta magnificenza.
Furono prima presentati alla mensa li pignocati indorati, li cialdoni, la malvasia dolce e garba, li moscatelli in vasi d' argento : poi piccioni arrosto, fegatelli, tordi, pernici, con ulive confette, ed uva in centoventicinque piatti d'argento, ponendo. fra due e due un sol vaso ; e siccome di queste cose, il simile anche faceasi degli altri cibi. Presentarono poi una cesta dorata con il pane, distribuendolo ciascheduno della mensa» Ppi fu portato un castello
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