Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIpure in molte, che non sono larghe tanfo da «dare* il cambio ai carri.. Qóelle Strade principali a 'tal uopo acconcie chiamavansi vie carmrie : la piazza e luogo spazioso in cui dette vie mettevano capo si appellava carrwoiiffn :il nòstro Carrobbio è una* di quelle piazze, le quali erano quasi sempre vicine alle porte della Città!, ove tenevàsi il mercato.' E veramente il nastro Carrobbio ancor oggi si mo-i atra non molto lungi d ali 'antico Porta Ravegnana.'
Ritornando col discorso «1 Poro de' Mercanti ri-* corderemo che nei ig Luglio dell'anno suddetto il comune >di Bologna spese lire millecinquecento m casamenti situati nel predescritto Carrobbio, i quali fu fono venduti dal dottor di- deggc BeccadeHo di Francesco Nicolò Artenisi, oivéro de*Beoeàdelfi, me^ diante Martino di Bonaventura Bagnargli'sfindacodel Comune bolognese, all'oggetto di costftrire un'1<§* cale per uso di Gabella o Dogana pnfebltetf stilièf merci; il che appare dal sindacato scritto di tnanrt di Bettino de' Fontana notaro. • '
Quivi dunque con la dogana venne (issata la Re-i sidenza £eì Foro Mercatorio, che prima crede*! fossè vicino la Torre Garisetadà ed i mercanti e cambiai tori cominciarono ad' avere pubblici rappreseti tariti ai quali per singolare prerogativa fu data TotìttreJ vole incombenza di sópràvegtiare'alla ricfstVà Zecca: Laonde del i3i3 piacendo al Senatoi che la; moneta si coniasse di nuovo secondo la forma dégli statuti della Città destinava direttori della suddetta P*^ mirano da san Giorgio,* e Galeottodé'Mezzo vii! ani procuratoli della Mercanzia ; b Giacomo di Lek)riardo
{procuratore del Cambio, insieme a GìiaeOmd Sfcsso-ini, Lambertino da Stifonte'e Bittino di Giàeottió Boatieri. i i .n » . :¦ •¦»
L'anno i3i3 si accese un grandissimo fuoco verso il Carrobbio nelle case • di • Borni no* Biancocossa, da! lato della strada santo Stefano, di tal sorte Che pe* ispegnerlo fu d'.uopo si gettassero a terrà tacite caséì salvate appena le robe e le persone ; e ciòpet'eVitaré più grave danno : siccome accadde ai àc d'Àgoèto
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