Annali della cittā di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIi85
Secchio. Tu, Sapienza, or che rispondi a questo?... Tu taci, e pel tacer dubbioso resto.
Sapienza. Rispondo, o Veglio, a quel che m'addimandi Senza mostrare audacia né ardimento: Governo il mondo e fo gli uomini grandi.
Vecchio. Del tuo parlar non prendo alcun contento, O Sapienza; e tu, Fortuna, spandi Dubbio maggior, di cui pieno mi sento.
Sapienza. Ebbi per chiari fatti al ciel levaloCesare invitto, Scipio, Fabio e Cāto,
Fortuna. Non mi toglie costei punto d'onore: Questi sarian rimasti al basso piano Se dato non avessi il mio valore. Ma guarda il buon Cammillo e Ottaviano, Metel felice, e gli altri a chi d'amore, Senza costei, io giā porsi la roano.
Sapienza. Ne potean giā costoro al ciel salireOv'io non dava lor forza ed ardire.
Il Secchio. Tempo non č da far tra voi questione: Per me resto dubbioso come soglio; Qui veggo il Conte Nicolō Rangone. Che mostrerā per te, Sapienza, orgoglio, Send'egli capitan forte in arcione; Per te, Fortuna, veggo il Bentivoglio Annibal giovinetto, e tanti armati: Or qui si provin savi e fortunati.
Sapienza, Mostra , prudente Capitano, or ora (al suo capitano) Se di Fortuna avesti mai paura :
Ed io coi mio favor, cpl senno ancora A te m'accosterō come sicura .
Che tuo l'opor di questa lite fora, Ch'esulterai di prospera, ventura, Che gloria a te di vincitor iia resa:, Dov'č saper riesce ogn'ardua impresa. Annoi. Boi. T. V.
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