Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIFortuna, Questa palla ch'io volgo a ogfli mia posta (al suo capitano) Ti mostra, o Capitan, siccome io sono Fortuna, che Sapienza ho sottoposta: E cui mi piace in basso e in alto pono; Felice è quegli a che mio amor s'accosta: Tu felice sarai, poiché a te dono Tanta mia grazia che ia fiochi si trova: Or fanne in campo alla Sapienza prova.
Finita la questione delle Dee, rimase il Vecchio pur in dubbio chi fosse tra loro più potente; e perciò , rivolto ai giudici, disse :
Vecchio. Voi, degni caknploni savi eletti,
Che avete delle Dive udito appieno Chi, petf lor opra, più chiarie perfetti, I savi oppure i fortunati sìeno; Non vi fermate punto alli lOr detti, Ma sciogliete alla guerra il duro freno: Escano i duci lor con volto fiero Mostrando chi di lor s'accosti al vero.
Come il Vecchio si tacque, i giudici fecero un cenno ; partirono i carri trionfali, gridando il popolo confusamente, vìva la Fortuna, vìva la Sapienza : in mezzo alle quali voci entraron nello steccato le due avversarie compagnie. E dato il segno della battaglia colle trombe , si attaccano le due squadre, combattendo con lance mozze : e al primo assalto precipita d' arcione il capitano della Sapienza. Funesto augurio ! Si alza, si rimette in sella, dando prove di valore : s' attaccano le altre squadre, tutte armate d'armi di legno; e or l'uno or l'altro precipita con dilettevole contrasto, or l'uno or 1' altro si vede oppresso ed incalzato, e vinto dall' avversàrio. Dopo lunga iufFa i Giudici fecer Sonare a ràbcolta ; e dato breve riposo ecco di nuovo il Segnale della battaglia. E qui tutti in
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