Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ospite nel proprio palazzo. Ercole , nel tempo che fu tra noi, armò cavaliere, nella Chiesa di san Giacomo, Ermesse od Ermete Beùtivoglio, e lo fregiò di catena aurea, cui era appesa una gemma di moltissimo prezzo. E dopo la cerimonia (essendo l'anno rinnovellato) recaronsi alla piazza grande, affinchè il Duca veder potesse 1' entrata de' nuovi Anziani e del Gonfaloniere ; ciò che allora avveniva. Molta pompa di vesti si spiegava, bello e decoroso era I' ordine con che procedevano i Magistrati novelli, sicché 1' Estense ne provò ad un' ora meraviglia e diletto. Alcuni giorni pur anche si stette in Bologna il Duca Ercole; quindi passò di nuovo al Bentivoglio , poi a Ferrara colle sue genti, che furon molto ammirate della splendidezza dell'ospite. Da ciò si vede come Giovanni Bentivoglio non lasciasse cadere veruna occasione per dimostrare con pubbliche e private magnificenze la primazia ch'egli teneva nella patria e che studiava di tener fuori pur anche, per cattivarsi 1' animo non solo de' suoi ma degli strani, e godere di quell' interna letizia che si deriva dall' esercizio della protezione. Al quale intendimento volgendo ognora l'animo suo, pensò frattanto di soccorrere colle larghezze ai bisogni del popolo, che gemeva per fame, essendo stata carestia nell' anno antecedente. Ed ecco Giovanni provveder grano dai paesi limitrofi e dispensarlo alla plebe ; eccolo vendere a bassissimo prezzo del vino (ond'era stata gran penuria, perchè l'uva fu venduta a lire venti la castellata) alimentando nel volgo i piaceri ignobili del ventre, acciocché pasciuto , avvinazzato e trattenuto con feste pubbliche, fosse braccio a sostenere colui che gli era stomaco e testa.
In quest'anno (i Novembre) fu creato Gonfaloniere di giustizia per 1' ultimo bimestre Gian Francesco Aldrovandi, sotto il reggimento del quale, facendosi restauri e modificazioni nella gran Chiesa di san Domenico, e dovendosi metter mano all'antico sepolcro del Re Enzio, pel quale re i bolognesi
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