Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
bolognesi
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dinanzi il signifero, « tèrgo le dodici anzidetto squadre , ed altre sette di cavalli grossi e di lance spezzate , cui eran capitani Nicolò Rangoni e Gilberto Pio, trasse a cavalcare a spettacolo per molti luoghi della Città, finché pervenuto al palazzo proprio, ivi si stette; é mentre ad una finestra di esso palazzo fu posto il vèssillo, Giovanni smontò dal destriero, e cinse le insegne cavalleresche a Poeta Poeti.—Agli oratori, ai capitani, ai gentiluomini diede un sontuoso banchetto, ai termine del quale regalò i legati del Duca;, con cinquecento ducati d'oro e con due vesti di velluto cremisi, ricamate in argento. — Questa mostra venire giudicata una delle più belle che si fosser vedute giammai, e diede argomento ad una selva latina di Antonio Codro Urceo, che espresse la solennità di quel giorno (a8 Aprile) con un dugento versi ispirati, soritti con forza ed eleganza, e degni della festa che cantano.
Noi abbiam detto che un moro a cavallo gettava al popolo un Sonetto in lode del Bentivpglio : il Poggi, contemporaneo dice che fu disseminato tra la moltitudine ed affissò per la Città , ed il Ghi-rardacci afferma ohe era stampato. £ se migliaia di copie se ne fecero pubbliche, convien ritenere che ciò fosse. Risultamento della stampa, che pur fra noi si fu introdotta, e che forse allora per la prima volta si occupava di sonetti da affiggersi ne'canti delle vie ed alle porte.delle case: costumanza al* lora straordinaria ed ora comune ed ordinaria fino alla nausea. — Ma reputando ohe un tal Sonetto (del quale fu autore un certe Andrea dei Magnani) tornar non debba discaro ai leggitori nostri, qui lo riporteremo come fu dettato, mùtando solo l'antica in moderna ortografia :
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