Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI a 237
ANNO DI €RISTO 1497.
0 sui finire dello scorso anno o sul principio di questo entrò ancora in Bologna la lue venefica francese, che sembra portata fosse dalle milizie di Carlo VIII., la quale fu a que' giorni così atroce ed immedicabile che moltissimi ne morivano. Mal francese fu detto dai nostri, mal napolitano dai francesi, male indiano dagli europei in generale, che sembra la recassero dalle Indie occidentali, allora allora scoperte. In Bologna, Città distinta per pietose istituzioni, alcuni signori dabbene, presi da pietà alla vista de'miserabili colti a quel male, poser modo alla schifezza di vederli brutti e deformi per le vie , e li raccolsero nello Spedale di san Lorenzo de' Guarini, che provvidero di letti e di ogni necessario, e che destinarono pel servigio de'malcapitati infermi. Ed avendovi fabbricato lì presso una Chiesa od Oratorio, lo dedicarono a san. Giobbe ; ed essi medesimi que' benefici signori re-cavansi a visitare gl'infermi ed a servirli, o facendoli per medici e spedalinghi con sollecitudine as-sistere e soccorrere: sicché fin d'allora si cominciò* la cura de' celtici nella Città nostra, che di pre~ sente è fra le prime nelle dottrine d' Esculapio, o che ha semplificati e migliorati i metodi di cura> degli antichi.
Intanto in Ferrara passava della vita caduca Bea-» trice d'Este, moglie del Duca di Milano, che dando in luce un bambino, ella ed il piccolo portato ad un sol tempo morirono: di ohe Giovanni Bentivoglio provò- dispiacere, per la bontà della donna, e perchè di parentela congiunta con lui.
E poiché diciamo di morti, aggiungeremo che passò fra noi nel sepolcro il Senatore Lodovico Bianchi, che fu tumulato in santp Stefano, e eh' ebbe
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