Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIPoscia discende con erudizione ad enumerare quei molti spiriti nobilissimi, che anteposero la illibatezza e la morte alle brutture ed alle intemperanze della vita; e ne mostra nobile invidia: come addimostra rifuggir da coloro che rotti ad ogni sensualità ebbero in non cale la virtù ; e ne fa enumerazione a fine d' obbrobiio. E quasi alludendo ad esso Carlo Cavalcabò, che per amore di lei voleva discender di sua grandezza v esclama :
* Mi dispiace d'udir eh' Ercole il forte , Fattosi prigionier d'un' aurea chioma , Di trattar vii conocchia ami la sorte.
Mi vergogno d'udir che per le insane Furie d'Amor in veste femminile Tutte tradì le sue virtù sovrane.
Non consento in uom magno atto servile : Indegno è di venir da illustre vena Chi da principio buon divien poi vile. »
E poco appresso, volgendo apertamente il discorso a lui, così gravemente sentenzia :
Dov'è l'error non è diletto intero;
E finalmente chiude il discorso con magnanima esortazione, che qui per esteso riferiremo, e percliè si conosca come nobilmente sentisse 1' illustre poetessa , e come schiettamente riprendesse 1' incauto e vanitoso Cavalcabò.
c Ma poiché al fine del mio dir m'appresso, £ tu pur nato sei di mortai gente, Soffrirai che nel petto ti sia messoQuesto ricordo, che ancor può semente Esser di glorioso e chiaro frutto, Perchè in molti signor son oggi spente
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Carlo Cavalcabò Ercole Fattosi Furie Amor Indegno Cavalcabò Soffrirai Esser
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