Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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imperciocché rintuzzato vigorosamente dagli Orsini e dal Baglione, si era già rifuggito in Castel sant'Angelo, che non gli fu difesa ma carcere. Le sue genti eran disfatte, il novello Papa non poteva nè doveva proteggerlo come Alessandro già fece; egli aveva perduto assaissimo nella comune opinione; avea perduto ancora vigor di membra dopo il corso pericolo : era un uomo vulnerabile , e se ne avvide nel mutar de* tempi e della fortuna ; era uomo logoro anzi tempo; ornai ornai finirebbe di desolare l'Italia.
Giulio II., che già formava il gran progetto di cacciar gli usurpatoli e gli stranieri dallo Stato della Chiesa e dalla nostra Penisola, dimandò la restituzione delle fortezze di Romagna che ancor restavano in devozione del Borgia; nè le avendo ottenute in virtù della dimanda, si accinse tosto ad espugnarle. Giovanni Arcivescovo di Ragusa n' ebbe comandamento : e perchè all' uopo occorrevano artiglierie d'assedio, così Giulio II. ne impetrò dai bolognesi colla seguente lettera :
„ Ai diletti figli gli Anziani 3 i Consoli, il Gonfia-
lonier dì Giustizia ed i Sedici Riformatori dellacittà nostra di Bologna.
GIULIO PAPA II.
Diletti figli, salute ed apostolica benedizione. Il castellano della nostra rócca di Cesena, che la tiene per lo Duca di Valentino, usa di grande ribellione verso di noi ; e fa immensi danni del continuo ai nostri fedelissimi cittadini di Cesena, non senza nostra molestia ed ingiuria. Per la qual cosa intendendo noi, coli'aiuto di Dio, ad espugnare quella detta rócca, e sapendo come voi avete de' tormenti murali di bronzo ( cannoni, spingarde e colubrine) i quali sono necessarii a quel modo di espugnazione cui voglio io; così esorto con dimanda la vostra devozione , sicché compiacendo singolarmente a noi,
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