Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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diversi Comuni tributavangli in corpo per ogni anno 475 corbe di frumento , e che nel milanese e nel fiorentino aveva tra feudi ed allodiali per 212,000 scudi.
Nel mattino dopo la fuga del Bentivoglio co'suoi, il Senato elesse quattro oratori al Pontefice: Gian-francesco Aldrovandi , Ercole Bentivoglio, Angelo Ranuzzi ed Angelo Sassuno ad offerirgli la città, a chiedergli l'assoluzione dalle censure, a supplicarlo che i francesi non entrassero in Bologna. Ma costoro , che agognavano di porvi piede per darle il sacco ( imperciocché il Chaumont I' aveva promessa dentro tre giorni a Giulio li. che permetteva ai soldati di saccheggiare il quartiere di san Donato dov'erano le case del Bentivoglio) tosto condussero presso la città quattordici pezzi d' artiglieria, per agevolarsene la possessione.
Il popolo bolognese (sono parole del Ghirardacci, del Vizzani, del Guidotti, dell'Alberti, e di tutti gli Storici antichi ) avea perduto chi alle battaglie il conduceva ; ma fermezza e valore pur anche gli rimaneva. Tostamente corse alle armi , occupò a forza il Palazzo pubblico, gridando reiteratamente Chiesa Chiesa; e dispiegonne il vessillo, e costrinse il Luogotenente , il Gonfaloniere , gli Anziani e i Senatori a montare a cavallo e seguire la moltitudine. Quindi, tratti molti cannoni sulle mura di san Felice , formovvi batterie, che cominciarono a rispondere al fuoco che i francesi facevano contro la città. In questo fatto si distinse oltremodo per bravura ed occhio e prontezza un artigliere bolognese, chiamato Costantino da Caprara, nemico dei francesi , e sì temuto da loro per le stragi che ne faceva, che per tutta Italia in gran rinomanza salì.
Fino a notte durò il fuoco fra gl'inimici, che venne un poco sospeso all' arrivare dell' oscurità. Ma gli assalitori nel più folto delle tenebre avanzarono fin sotto alle mura, e cominciarono a bat-* terle per aprirvi una breccia. Le bombarde bolognesi ripresero a vomitar strage e morte tra le fila
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