Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI Si 7
e poco mancò non li scagliasse tatti in piazza per le finestre, parendogli che costoro sprezzassero il senato da lui composto. E nel vero il fatto terribile seguiva se non vi si frapponevano i nuovi magistrati che scusando i vecchi, con dolci parole placarono il popolo. E così r un Senato restò in palazzo e 1' altro se n' andò.
Ciò fatto, il popolo consegnò la porta del palazzo a Filippo Rustigani, a Gian Galeazzo Galluzzi, ad Antonio Bottrigari, ed a cento armati della Masca-rella, tutti uomini coraggiosi e'bene agguerriti per armi. — Per le quali cose tutte pensarono i Cardinali e pensò il Marchese di Mantova di non contraddire al popolo, e di procacciare salvezza alle milizie francesi, che lungi n'andassero. Ed ottenuto vitto per queste , e riscattate le artiglierie, ritira-ronsi gì' inimici oltre Scoltenna, e lasciaron libera la bolognese Provincia. Così le genti di Felsina con molta gloria e con pochissime morti resistettero a poderoso esercito, dalla speranza di ricco bottino reso più audace, e lo cacciarono menomato di quattrocento guerrieri.
Un sorriso di compiacenza spuntò sull' austero labbro di Giulio II. quando seppe che il popolo di Bologna aveva acclamata la Chiesa, e che sì prodemente s'era opposto a que'francesi ch'egli disamava. E dimandò che a lui andassero alcuni del novello Senato. Furongli innanzi in Imola Melchior Zanetti, Giacomo Budrioli, Antonio Maria Legnani ed Andrea del Giglio (6 Novembre). Amorevolmente gli accolse il Papa, tenne ragionamento del governo della città, lor fece noto che fra cinque giorni entrerebbe in Bologna, e con detti confortevoli gli accomiatò. Ritornarono in patria gli ambasciatori, sparsero per ogni dove la letizia, ravvivarono in ognnno la speranza.— I cittadini, deposte le armi, si diedero di bel nuovo alle usate occupazioni sospese dagli ultimi avvenimenti, e posero opera acciocché il Pontefice venisse accolto come ben meritava.—Così dalla paura in isperanza e quiete ritornò
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