Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIil bolognese popolo, il quale frattanto leggeva senza
Sena gli epigrammi latini del Garzoni a Giovanni entivoglio fuggitivo, ed una canzone di centocinquanta versi, che tutta narrava la storia fortunosa di lui, e che ad ogni strofa ripeteva l'intercalar» seguente :
Son quel miser Bentivoglio Che già fui in grande altura , Or per mia disavventura Fatto son pien di cordoglio.
Nè solo così miti canzoni, ma Sonetti satirici, Madrigali d' obbrobrio , e scritti d' ogni guisa dilaceranti F onore di Giovanni, si leggevano frai cittadini , che ridevano dello spirito de' prezzolati od isperanti poeti, i quali indegnamente trattavano il bersagliato moderator della patria, quasi fosse stato un Oleggio, un Cossa, od un Bozzo, oppressori di popoli.— Ma le moltitudini sono sempre cosiffatte: si piacciono di novità con incredibile leggerezza; d' una in altra cosa trapassano con lieve pena , e talora dal bene al male sconsigliatamente con gaudio; e ciò che oggi apprezzano, domani dispregiano, come fanciullo che alla vista di nuovo oggetto di sollazzo, il vecchio getta in noncuranza. Poco impulso basta per dar loro gran moto; poco malcontento d'alcuni scaltri basta a commuovere le migliaia, e trarle talvolta ad istoltezze, ad ingiustizie. E come (nella loro volubilità) abbattono chi sostennero, così in brev'ora^ e colla stessa facilità fanno man bassa sui novelli protetti loro, e li travolgono in fondo d'ogni sciagura, mentre prima gli avevano alzati in cima della ruota di Fortuna.
Intese da Ginevra Bentivoglio e da tutte le dame della fazione le satire e le triviali poesie contro del marito di lei, e saputa la notizia dell'apparecchio che faceva Papa Giulio per venire a Bologna, tutte affannose e piene di cordoglio piangevano le dama
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