Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 5i5
danno grave alla storia, barbarie che in tempi a noi vicini si vide in Bologna sciaguratamente rinnovata !
Esso bando del Senato contra gli stemmi benti-voleschi, rinnovato fu con editto papale (14 Novembre). Oltre lo stemma comune alla famiglia, cioè la sega con sette denti inquartata colle aquile imperiali e colle aragonesi, Giovanni e ciascuno de'suoi figli avevano un'impresa particolare; e se alcuno per devozione le adottò, fu stretto a cassarle. Giovanni portava uello stemma una luna d'oro in campo celeste col motto —• Jides et amor. — Annibale aveva un falco che esce dal nido col detto—rtunc mìhi — oppure — omnes vias novit.— Anton Galeazzo avea una fiamma cadente dal cielo, e le parole — ex co.— Alessandro un braccio, con una gonnella nella mano ed un fascio di verghe legate, coll'epigrafe — unitas fortior. — Finalmente Ermete aveva nello stemma una testuggine colla leggenda — non penetrat — od un pero in campo bianco con due seghe, e le sigle — F. C. V. — E queste insegne tutte , e le divise Bentivolesche raschiate , guaste , e lacerate furono dal popolazzo, che fa il difensore od il carnefice come più. gli torna.
E mentre questo avveniva nella città nostra, pre-sentavansi ad ossequiar Papa Giulio i nuòvi Gonfalonieri o Tribuni della Plebe da esso lui eletti, i quali furono :
Per Porta Piera
Agostino Berò dottore Girolamo Pasi
Cesare Fava Bartolommeo Bombaci
Per Porta Stiera
Nicolò Raigosi Alessandro Roffeni
Anfial. Boi. T. V.
Giambattista Bolognetti Filippo Formaglini
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