Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 567
in Castel sant'Angelo. Il perchè Francesco Fantuz-zi, spaventato della cosa, per essere stato egli che fece invito ai concittadini, temendo grave sciagura fuggì a Lucca con Cari'Antonio suo figlio; d'onde a Venezia ed a Milano tragittò, dov'era Giovanni Bentivoglio , ornai vecchio ed affralito d' assai.
Il qual Bentivoglio, citato alla corte di Lodovico XII. per mostrare con valide ragioni come non avesse avuto parte negli ultimi commovimenti di Bologna, trovandosi oppresso gravemente dal peso di diuturne calamità, impetrò di rimanersi in Milano, ed ottenne che il figliuolo Alessandro andasse alla corte di Lodovico per far valere le comuni discolpe. Nel tempo stesso venne a sapere come Re Lodovico avesse comandato al Ciamonte che soccorresse con tutte le genti di arme alle cose di B0I9-gna, nè permettesse che i Bentivoglio fossero p,ù ricettati in parte alcuna del ducato di Milano. Questo sdegno del potentissimo Re; il pensiero d' aver perduta la moglie e la patria , d' esser lontano da tutti i suoi figli, ancor dal diletto Alessandro, dal migliore che s'avesse; il trovarsi solo, come un pellegrino nel deserto, in tanto colmo d' avversità, così gli accrebbero le angosce, che sosteneva già da due anni , che in breve tempo si sentì al confine della vita. Supplicò allora caldamente il cle-xnentissimo Iddio a concedere perdono a' suoi falli, esortò un pietoso sacerdote ad implorarglielo ancora dal Pontefice, e chiese a calde lagrime di confortarsi coli'eucaristico cibo. Intanto il morbo l'opprimeva, un impeto di catarro gì'impediva la respirazione, languiva, agonizzava pochi istanti, ed usciva della vita tempestosa, toccando allora dell'età sua i ses-santacinque anni (i3 Febbraio). Fu seppellito presso Milano nella Chiesa di san Maurizio, detta il Mo-nistero Maggiore, con pompa di esequie, ma senza la lagrima d'un congiunto, d' un amico! Ed ora si sta dimenticato, senza nemmeno una parola, un sassolino stemma che lo ricordi, dicendo alle genti: Qui dorme chi molta gente dominò : fu lieto e misero f
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