Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIsi vedesse di ragione, e non per passione in dibattimento. Al qual fine proponeva di rimettere tutte le differenze nell'Imperatore, nel Re di Spagna ed in quello d'Inghilterra, cercando poi esso chq> il Duca di Ferrara si porgesse contento a qualunque sentenza fossero per dare que'monarchi: ma voleva intanto che Modena fosse consegnata, come in deposito di guarentigia , all' Imperatore.
Così di questa come di altre cose avuto ragiona-* mento gli ambasciatori col Viceré, si partiron essi da lui senza eotichiudere veruna cosa: ma ritornati a colloquio una seconda volta, ed avendo di nuovo solennemente protestato eh' ei si partisse, o la lega si romperebbe;ed egli ornai conoscendo di non poter far profitto contro la città di Bologna, nella quale si trovavano assai milizie che la difendevano; si risolvette di partire, lasciando Castel Franco ed ogni altra cosa de* bolognesi, e ritirandosi in Lombardia, finché tye Luigi non venisse ad alcuna nuova determinazione.
E qui non ò a dire se gioissero i nostri per la partenza de*francesi. Allegrezze pubbliche, canti di giubilo, processioni solenni, ringraziamenti sacri al-* l'Eterno, che gli aveva liberati di grande pericolo; tutto fu mostro dai bolognesi in quella fausta circostanza.— E mentre che questo avveniva fra di noi, eransi ritirati i francesi nel oontado di Reggio, dove attendevano ad ingrossare 1* esercito. Ma intanto il freddo s'avanzava; onde i soldati fli Luigi cercar rono invece gli alloggiamenti dove svernare. Non così fece Papa Giulio» il quale pensò maravigliosa impresa durante l'inverno: pensò che ottenendo jn poter suo la Mirandola, addiverrebbe come signore del campo, nella guerra che si facesse col Duca di Ferrara. E a questo fine deliberò di fare ogni possa per avere un tal luogo; chè due risultamenti ad un tempo gliene frutterebbero : il vantaggio del pigliar cjuel paese, e la meraviglia ed il timore che il gran tatto ispirerebbe ai nemici.
Ma per accingersi a quest' impresa con sicurezza
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