Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIcomandò che con quanta forca fosse possibile si desse l'assalto al forte e difeso luogo. Il perchè vedendo la Contessa Pico di non potersi lungamente difendere, diede la terra al Pontefice, il quale en-trovvi a cavallo per la breccia aperta nella muraglia dalle sue artiglierie (ao Gennaio), sbalordendo per tal modo non solo gli uomini del luogo, ma tutti dello Stato della Mirandola, e soprammodo i francesi, cui quella terra erasi data in protezione.
La Contessa Pico ed i Mirandolesi pagarono al Papa sei mila ducati in quell'infausta circostanza: ed esso li dispensò alle milizie che l'avevano sostenuto nell'ardua impresa dell'attacco; e mandò a Milano la Contessa, acciocché trovasse riposo sotto la protezione del Viceré e degli strani.. Poscia, avendo messo buon ordine alle cose di quella terra, ne diede possessione al Conte Gianfrancesco Pico, a cui dal padre era stata in testamento lasciata, e che la tenne a devozione del Pontefice; il quale spedito di quel negozio fece ritorno a Bologna, dove il popolo ammirò guerriero quel sovrano oh'ebbe già sperimentato Papa e Pontefice ; quegli che il Buonarroti rappresentò in istatna si bene, che tutti i caratteri portava in fronte scolpiti ond'era fregiata quell'anima sua grande e forte.
£ da Bologna passò Giulio Papa a Ravenna, dove creò otto Cardinali, e fra questi Achille Grassi, gentiluomo bolognese, e Vescovo di Città di Castello; della qual cosa fece gran festa la città di Bologna: alla quale dopo pochi giorni ritornossi il Pontefice, avendo prima racconciate assai cose pertinenti al governo della Romagna orientale. —Poscia, lasciando al Duca d'Urbino la spedizione della guerra contro il Duca di Ferrara, deliberò di ritornarsene alla sua Roma, a quella Roma da cui mancava per lunga stagione, e che abbisognava dell'opera e della persona di lui, legislatore, padre, e pastor sommo di cristianità.
Pertanto, prima di lasciar Bologna pienamente, raccolse Papa Giulio il Senato e tutte le magistrature
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