Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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di Napoli e co* veneziani, avendosi data 1a fedo tutti insieme di aiutarsi 1' un l'altro contro i nemici di ciascuno di loro. Fu Generale di quella lega Raimondo di Cardona Viceré di Napoli, ed ebbe il governo delle genti del Papa il Duca di Termes, a cui fu dato ordine, ohe assoldasse seicento uomini d'arme, e seimila fanti per la parto che al Pontefice toooava di contribuire alla lega: I veneziani promisero di assoldare ottooento uomini d'arme, mille cavalleggieri ed ottomila fanti; il Re d'Aragona mille e dueoento uomini d'armi, mille cavalleggieri e diecimila fonti spagouoli.
Si sparse voce per tutto, ohe quella lega si fosse fatta con intensione di voler liberar l'Italia dai barbari. Ma mentre cbe si facevano quei grandi preparamenti, essendo i Bentivogli avvisati, ehe prima d'ogni altra cosa si aveva da fare l'impresa di Bologna, attendevano essi ancora a far provvisione di tutte le cose necessarie per difendersi ; errìma vollero, che fossero deputati otto cittadini t
quali si dimandarono-gli Otto della guerra, che avessero'autorità di provvedere di quanto era bisogno. Furono i nomi di costoro: Ermete Bentivoglio, Giovangaleaaao Poeti, Baldisserra Catanio, Catella no Castelli, Giacomo Grati, Paciotto Fantuzzi, Annibale Orsi e Carlo Bianchetti, i quali conoscendo di non esser tanti che potessero attendere a tutte le oose, vollero avere in Jor compagnia Giulio Bottrigari, Marcantonio Fantuzzi, Bartolomiqeo Verardi, Dionisio di Luca e Scipione Paleotti, che tutti insieme co' primi furono chiamati gli Otto della guerra; e cominciarono a fortificar la città, facendo fare il terrapieno dentro le mura in ogni luogo dove ne appariva il bisogno msggiore: ed operarono di modo i Bentivogli appresso il Re di Francia, eh* egli mandò trecento uomini d' arme per difesa della città.
Intanto che si facevano tali apparecchi volendo il Pontefice impedire cbe il Re di Francia mandasse maggior soccorso a Bologna, operò col mezzo di
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