Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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cavalli ed a Ramazotto Capitano de' fanti della guardia di Bologna, cbe con tutti i loro soldati andando a san Domenico , uccidessero ovvero facessero prigioni tutti gli scolari. Ma quei Capitani facevano armare i soldati molto a beli' agio, parendo loro cosa sconvenevole e di poca riputazione l'avere a combattere con giovani inesperti, e per cagione assai leggiera.
Intanto Alessandro Pepoli ed Ercole Bentivoglio ( uno del ramo senatorio non già del principesco ) con certi altri gentiluomini furono al Vicelegato, ed adducendo buone ragioni per mitigarlo, tanto fecero cbe lo placarono, sicché disse che si contentava che fossero lasciati liberi gli scolari, purché le cose si acconciassero con riputazione. E perciò essendo iti que' gentiluomini agli scolari, persua-dettero loro che si partissero di san Domenico, lasciandovi le armi, con promessa che il seguente giorno verrebber loro restituite. E così essendosi accordati, tutti andarono, in compagnia del Rettore, al Vicelegnto, il quale non si mostrò punto iroso; anzi parlando piacevolmente, simulò di aver preso 1' avvenuto per una burla, e concedette agli scolari cbe portassero le armi , con patto però che andassero vestiti con lungo abito uniforme, sicché mostrassero apertamente di essere scolari. E così , per la prudenza de' Capitani di milizia, e di saggi cittadini e del reggitore della città, tornò a buon fine nn negozio che pareva disposto a grave sciagura per la scolaresca, ed a noie e cure dolorose pel Vescovo di Pola e pe' suoi ministri.— Beati coloro ohe met-ton pace fra le genti!
Ora, l'ordine storico ci conduce a Leone X. ed a Francesco I.; ed anzi tutto a brevi considerazioni intorno Luigi duodecimo, ed alla condizione della Francia quando ne passò il reame al sopraddetto Francesco. — Gli ultimi avvenimenti della vita di Luigi XII. diminuirono grandemente la gloria ch'egli aveva acquistata nei primi periodi del suo regno; e le vittorie sanguinose e senza frutto di Ghiaradadda
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