Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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chiuse nel cestello molto ben fortificato, e guardato da un considerevole corpo di soldati Svizzeri Italiani e Spagnuoli. Gli abitanti di Milano, privi di tutti i mezzi di difesa mandarono deputati al Re per testificare V intiera loro so Rimessione alla sua autorità; ma Francesco rifiutò di entrare nella città, non convenevole reputando all'onor suo il risiedere in una piazza, la cui fortezza fosse ancora tra le mani de* suoi nemici. Furono quindi imprese all' istante le operazioni contro il castello, sotto la direzione di Pietro Navarro, il quale s'impegnò di ridurlo in meno di un mese alla obbedienza del Re: ma benché egli riuscisse a distruggere una parte delle fortificazioni, è probabile tuttavia che quella impresa avesse richiesto un tempo notevole, se gli assedienti non avessero trovato mezzo di aprire una trattativa coi principali consiglieri del Duoa. Sedotti questi dalle proditorie insinuazioni, o dalla codardia del Morone, determinaronsi a prestare orecchio a condizioni di aggiustamento, e fu convenuto che egli renderebbe non solo la fortezza di Milano, e quella di Cremona ( che era ancora tenuta da' suoi partigiani) ma altresì abbandonerebbe per sempre I9 Sovranità di Milano e degli Stati dipendenti. In compenso di queste cessioni, Francesco s'impegnava di usare della sua influenza sopra il Papa per far creare Massimiliano Cardinale con prelature ecclesiastiche e benefizi che portassero la rendita annuale di 36,000 lire, promettendo di pagargli al tempo stesso una pensione di somma eguale , e di anticipargli nello spazio di due anni 94,000 lite, perchè ne disponesse a suo piacere. Si fece pure un assegnamento per gli altri membri della famiglia sforzesca; ed il Morone negoziatore del trattato stipulò per sé, che egli avrebbe goduto il grado di Senatore di Milano coli' officio di primo Referendario della casa del Re. In tal modo finì il breve governo di Massimiliano Sforza, senza ch'egli colle sue sventare eccitasse in alcuno que'sentimenti di simpatia o di dolore, che d' ordinario accompagnano coloro
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