Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
108 ANNALIsegnale di rispetto, ohe sembrava avere usato imprudentemente Alessandro VI. verso Carlo Vili, in occasione del loro abboccamento; pretendendo l'accorto Paride Grassi che non fosse convenevole al Vicario di Cristo di mostrarsi pubblicamente sog-
f;etto ad alcun Sovrano, fosse egli pure lo stesso mperatore.
Durante il soggiorno di que'due potentati in Bologna, essi risiedevano insieme nel Palazzo del Governo, e tenevano fra di loro frequenti conferenze sopra gl'importanti soggetti che aveano dato occasione al loro abboccamento. Lo studio del Re era diretto a persuadere il Papa ad unire le sue armi con quelle di Francia, affine di cacciare gli Spagnuoli dall'Italia; ma siccome questi sforzi (se fossero stati coronati dal buon successo) avrebbero abilitato Francesco a prendere per sè la corona di Napoli, e data gli avrebbono una preponderante autorità iu Italia, il Papa, senza opporsi direttamente, mostrò di declinare da questa proposizione, allegando cbe egli non poteva in modo così aperto violare il trattato, the ancora sussisteva tra esso lui e Ferdinando d'Arragona ; e che dovevasi ancora osservare per sedici mesi. Con non migliore riuscita fece il Re tutti gli sforzi per determinare il Papa a cedere le città di Modena e di Reggio al Duca di Ferrara , o a moderare il suo risentimento f e rinunziare ai suoi disegni contro il Duca d'Urbino. Al primo punto egli ricusò di aderire, a meno che restituito non gli fosse il danaro ch'egli avea prestato all'Imperatore, per essere investito della sovranità di Modena ; e per rispetto al secondo egli sostenne, che il Duca d'Urbino avea perduto per fellonia i suoi dominii ch'egli riteneva come vassallo della Chiesa , non avendo unite le sue armi, quando n' era stato richiesto, con quelle del Papa sotto il comando di Lorenzo de' Medici. Ma benché il Papa fermamente resistesse a qualunque proposizione tendente a qualche diminuzione del suo potere, egli era tuttavia indefesso nelle sue attenzioni per quell'ospite
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