Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 119
affari dell' Imperatore presero cattiva piega, il Pontefice manifestò una più decisa aderenza ai suoi primi impegni. Il Cardinale da Bibiena fu richiamato dalla sua ambasciata ; ma egli si trattenne a Rub-hiera sotto pretesto di una malattìa ; e Leone con mostra di grandissima puntualità ordinò a suo nipote Lorenzo di somministrare la paga del primo mese per tremila Svizzeri. Francesco nel condiscendere a ricevere questo danaro^ freddamente fece intendere, che siccome il suo trattato col Papa non era stato ad esso di alcun giovamento nel bisogno della guerra e del pericolo, così avrebbe egli conchiuso col medesimo un nuovo trattato, che relativo fosse soltanto ai tempi di pace.
Intanto Leone aveva formato grandi progetti a iavoté del nipote suo Lorenzo, ed avea scomunicato e cacciato dagli Stati proprii il Dnca d' Urbino, quando i Veneziani ricuperarono la città di Brescia, che già possedettero. Ed ecco in qual modo.— Poco dopo la ritirata di Massimiliano, il governo del milanese fu ceduto dal Borbone al prefato Odet di Foix, signor di Lautrec. In questo tempo Brescia e Verona erano ancor fedeli all'Impero, o piuttosto gli abitanti loro erano tenuti in soggezione dalle poderose guarnigioni di milizie oltramontane, che ?celiavano le piazze. Veduto il vergognoso ritorno deir Imperatore, pensò Venezia di ricuperare le sue piatte migliori. Il comando delle loro genti fu dato ad Andrea Gritti, cui diede aiuto in Lautrec. Dopo vari giorni d' assedio fu capitolato cogl' imperiali cbe se dentro otto giorni non veniva loro un soccorso, dovesser cedere la piazza. Il soccorso fu impedito, e Brescia tornò ai Veneziani. — Il che ne mostra come nei fatti della guerra ben folle sia quel capitano cbe non sostiene il decoro della propria dignità.
Non così fortunata fu l'impresa de' Veneti sopra Verona. Quindicimila e dugento uomini accrebbero le forze degli assedianti : ma la difendeva Marco Antonio Colonna, ceduto dal Papa all'Imperatore.
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