Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALIdell'iritèrisióne de*comandanti, e da nn colpo d'occhio generale ani la contesa, sembra che fosse egualmente nella politica delle due parti rivali il declinare ttna battaglia, e piuttosto il cercare di nuocersi l'un l'altro con incanno, che di confidarsi ad un*aperta decisione pet la via dell'armi. Invece di opporsi a'suoi nemici in campo, il Duca d'Urbino s'incamminò verso Perugia, lasciando i proprii dominii esposti alle scorrerie de* suoi avversari. Avendo ottenuto la resa di quella piazza pel tradimento o la codardia di Gian raoto Bagliori, comandante fiorentino, egli cominciò a guerreggiare negli stati della Toscana; ma avendo ricevuto avviso dei progressi delle truppe papali verso Urbino, mutò disegno ed accorse alla difesa della sua capitale. Dopo un vano attacco alla fortezza di Pesaro, tornò d» nuove coatra lo Stato fiorentino, e tentò di prendere d'assalto la cittadella di Anghiarù Ma essendo stato respinto dal coraggio della guarnigione piuttosto che dalla solidità della roccia, egli ritirò lo sue genti sotto gli Apennini tra Borgo e Castello, dubbioso a quale partito dovesse appigliarsi, ed esausto per le spese di quella guerra, cbe con un grande sforzo avrebbe potuto terminare favorevolmente , tanto pel suo onore quanto pel suo van-
situazione disperata alla quale il Duca era ridotte, circondato trovandosi da un esercito cbe altamente reclamava i mezzi di sussistenza, e timoroso di vedersi sd ogni momento dato per tradimento in mano de'suoi nemici, egli consentì al fino a prestare orecchio a proposizioni di accomodamento. La trattativa introduoevasi ciò nulla ostante perr-te sua sotto gli auspici più sfavorevoli. I Sovrani Spagna e di Francia avevano veduto con gelosia vicendevole i comandanti e le truppe rispettive impiegati come ausiliari in questa guerra, e cominciavano a provare qualche timore che la continuazione di quella contesa potesse mettere in pericolo i possedimenti che essi conservavano in Italia. Erano pure-
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