Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
bolognesi
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Drizzò pertanto suo cammino verso l'Italia meridionale, pose piede nella Toscana, incerto ancora se dovesse porre a sacco o Firenze o Roma. Dinanzi a lui retrocedeva con un piccolo esercito il Marchese di Saluzzo: seguitavate il Duca d'Urbino, ma sempre si teneva lontano , per non essere costretto di venire alle mani. — E delle mosse del Borbone sentì le triste conseguenze anche il territorio nostro.— Sapendo pertanto il Pontefice che 1' esercito dell' Imperatore non aveva altro pensiero che di rubare ( perciocché il ribelle Borbone assicurava le ciurme che nei pingui paesi d'Italia troverebbero que'denari e que'beni che loro negava Carlo V.) fece sì che il Marchese di Saluzzo e Federigo Gonzaga Signore di Bozzuolo venissero a Bologna con assai soldati per difendere non solamente la città nostra, ma tutta Romagna dalle rapaci scorrerie delle milizie del Borbone : il quale arrivato già nel Contado di Modena, aveva mandato a ferro ed a fuoco ogni cosa per non essere potuto entrare in quella città , come aveva disegnato, E di là passò a Cre-valcore ed a san Giovanni , distinti castelli a ponente di Bologna: ciò che si seppe di subito nella nostra patria ; laonde i cittadini mandarono ambasciatori al funesto Duca e Contestabile, offerendogli una somma di danaro acciocché non molestasse il Contado di Bologna. — Ma mentre che si trattava l'accordo (sono parole del Vizani) trascorsero i soldati sino alle mura di Bologna , ruinando il Contado , bruciando le case e rubando ogni cosa; onde non si potè venire a conclusione d' alcun negozio coli' avido e feroce capitano.
Avvenne allora che essendo giunta una compagnia di quei tedeschi al Convento delle Monache di san Luca sul Monte della Guardia, a libeccio di Bologna, e facendo essi diligenza per entrar nel Convento, alcune di quelle sbigottite Vergini corsero innanzi all' altare della Madonna ( che però trovavasi recata a Bologna per le pubbliche calamità); ed ivi volendo fare orazione per raccomandarsi
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