Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
244 ANNALIQuinto Muzio Scevola, Lucio Cecilio Metello e Marco Marcello. Per questi togati senz'armi esprimevasi lo sperare nella prudenza di Carlo V. perchè s'aspettavano da lui vittorie contro de' nemici , e si attendeva la pace generale del mondo: e però appiedi di quelle statue stava soritto :
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Dappresso il descritto ponte entra vasi per un portone nel vestibolo della Porta, ove con vaghe dipinture, si aveva figurato nel muro della parte destra, il Furore sotto le grandi forme di un gigante stretto da catene in mille modi, e seduto sopra un monte d'armi da offesa e difesa: sotto al quale stava scritto Furor impius. Egli accennava che per la possanza di Carlo Imperatore essendo vinto il furore delle guerre, non si avrebbero a temere più le stragi , gì' incendii e le rapine. Dalla parte sinistra era la figura di Giano a due facce, sedente in atto piacevole , che stringeva nelle mani una mazza capovolta al terreno, e le chiavi del suo tempio serrato. Era distinto anche dai nome Ianus; ed il detto tempio si vedeva con la porta chiusa da tre piccole chiavi, ed architettato dell' ordine e con decorazioni quali a quel Nume s' appartenevano: e sotto ad essa porta si leggeva Providentia; rammemorando col nome di questa virtù doversi estremamente pregiare la religione e la pace.
Nè fuor di proposito s'erano ivi erette le statue equestri di Nurna Pompilio e di Cesare Augusto,
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