Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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e riverenti si fecero dinanzi al cospetto di Cesare; che volteggiando su d'una candida chinea era intorniato dai suoi Principi e da altri personaggi, al pari di lui preparati, e pronti a seguirlo sopra cavalli or nat issimi. Dal Gonfaloniere (che era capo della fazione ghibellina, o vogliam dire imperiale di questa città) in nome del pubblico» premessi gli atti riverenti verso Cesare, si espose con brevi parole l'antica devozione de'bolognesi al sacro romano imperio, offerendo ogni avere e potere di essi per servizio di lui, ed iscusandosi se non l'onoravano conforme era debito verso la Maestà Sua: imperocché a cagione dei travagli e delle guerre accadute, essendo messo il territorio a saccomano nel passaggio di tante soldatesche, ed anche per la rigida stagione trovandosi la città stessa a molta penuria di denaro ridotta, non poteva comportare spese come desideravano, né sfoggiare magnificenza e splendidezza, siccome eglino fecero in altri simiglianti io-contri. Al discorso del bolognese Gonfaloniero, rispose benignamente il medesimo Cesare ringraziando; e disse che molto gradiva l'affetto e la cortesia offertagli dal popolo di Bologna , e che accettava 1' invito di entrare subito nella città. Quindi replicate le debite riverenze allo stesso Cesare, retrocedettero i nostri sino alla Porta di san Felice per essere nell'entrata di lui al conveniente posto d'onore.
Allo ore venti italiane dell'anzidetto giorno (5 Novembre), cominciò ad entrare l'antiguardia delle milizie imperiali, preceduta da un drappello di trombettieri, che sonavauo leggiadramente. Essa era guidata dal capitano Zuccaro, dal Conte Torniello e dalle bande loro: a questi venivan dietro quattrocento soldati di lieve armatura; dopo i quali a cinque fila cento fanti picchieri, e cinquecento archibugieri tedeschi a piedi, riccamente vestiti e con li tamburi avanti, essendo lor condottiero il capitano Gulier. Poscia dugento cavalli di soldati Borgognoni, ai quali andava dappresso il corpo dell'artiglieria «opra carri tirati da due jcoppie di cavalli, e cioè due
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