Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
IBOLOGNESI a7i
prove matematiche; altri colle augurazioni degli antichi e con l'esempio delle storie; taluni cogli argomenti della ragion naturale ; in fine molte strane congetture adducevansi per le quali si argomenta essere stati in ogni tempo uomini di un' immaginazione accesa e fantastica, che trovano nelle cose chiare e semplici un senso mistico, e nascoste speculative allusioni: ma le dottrine loro non essendo consentanee alla ragione ed al buon senso riescono sempre vane ed inutili.
L'Imperatore corteggiato dai nobilissimi soggetti, che in precedenza abbiamo nominati, accostandosi ai gradini della scala, per cui si ascende all'anzidetto tempio di san Petronio, smontò da cavallo, siccome pochi momenti prima avevano fatto i Magistrati bolognesi, ed i principali Signori della sua Corte. Il Gonfaloniero di Giustizia prese in tale momento le redini del destriero di Sua Maestà, mentre il Rettore dei Leggisti, il Magnifico Don Giulio Cesare da Pietra-Santa milanese, gli tenne le staffe, e dodici Dottori del Collegio Legale ( i quali vestivano toghe di velluto nero, e le mantelline di saio con soprapposte collane d* oro ) presero il baldacchino, e portaronlo finché la Maestà Sua pervenne al piano superiore del teatro, preceduta da' suoi mazzieri e dal portatore dello stocco ignudo. Nel mettere il piede sui primi gradini di quella scala artifiziale l'invittissimo Cesare si volse ai Principi ed ai Baroni, che erano Grandi di Spagna, con altri Signori Italiani, Borgognoni, Alemanni, ed accennò loro di non seguitarlo , il perchè il maestro delle cerimonie del Papa, Monsignore Biagio da Cesena, a lui disse esser bene che alcuni l'accompagnassero; e perciò lo stesso Cesare fece chiamare dal suo Cerimoniere Monsignor d'Aiguerre certuni de'Principi e de' Magnati, cui piaceva impartire cotanto onore. Ad essi, poiché fu asceso 1' ultimo gradino non volendo procedesser oltre, si rivolse dicendo : s* arresti il drappello.
All'appressarsi dell'Imperatore levaronsi da sedere
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