Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
ANNALI4
Essendo ridotte a questo termine le bisogne politiche d'Italia, e dovendosi finalmente pubblicare la paoe già stabilita tra i due primari Monarchi ed i Principi intervenuti a così desiderato accordo, aveva determinato il Pontefice di portarne al giorno della prossima veniente Epifania la pubblicazione ; ma Carlo, piucchè mai desiderando con una buona opera compiere quest' anno, che di molti travagli era stato ripieno, pensò bene segnarne un giorno fausto e felice. Quindi propose a Sua Santità che la pubblicazione di questa pace generale si facesse la mattina di san Silvestro, ultimo di appunto dell' anno. Nostro Signore approvando» • il pensiero di Sua Maestà ordinò una • solenne - mossa nella Basilica di san Petronio, per ringraziare<POnnipotente del segnaiatissimo beneficio, cbe ne sentiva tutta Cristianità. Furono assistenti alla messa il Papa e l'Imperatore, con le Corti loro: finita la sacra funzione si lessero ad alta voce nel pulpito i capitoli della desideratissima pace, e si proclamarono Clemente e Carlo coi titoli di conservatori del nome cristiano, e d'ottimi progenitori d'Italia. A tale lettura e dichiarazione gli astanti' non poterono contenere le lagrime d'esultanza, e ne diedero manifesto segno le Dignità togate, gli eccelsi Duci', i Principi, i Grandi, gli Oratori, e quanti altri perciò ricevettero vantaggi immensi, o sperare ragionevolmente da essa ne potevano. Il Duca Sforza, che lagrimante siedeva appresso ai Cardinali, sopra ogni altro diede a vedere la consolazione sua , e fu oggetto di speciale osservazione nella comune common vente letizia.
Fra i più distinti personaggi , che in gran numero trassero al pulpito per udire quella lettura , v' era il Marchese Del Vasto in abiti sontuosi, siccome uno de' Signori che sfoggiavano più in grandezze ed in magnificenza. Volendosi a lui di troppo accostare un uomo in abito dimesso , e di portamento ch'egli ebbe a riputare plebeo, senza interrogare chi fosse per rigettarlo, posegli una aperta
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