Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
3*4 ANNALI
11 di venticinque stesso di Gennaio gli oratori fiorentini ricevettero lettere dalla Signoria, e si presentarono nuovamente con quelle al Pontefice per ritentare sopra le ragioni loro un qualche accordo. In risposta n' ebbero parole di rimprovero circa la mutazione dello stato, lo scacciamento de'Medici, e la iterata resistenza delle armi ; quindi niun risultamene di cose essi ottennero: a tal che questa volta pure tornò vano ogni loro tentativo di riconciliazione. Inutilmente visitarono ancora i personaggi più potenti e favoriti dell' Imperatore : o non furono essi ricevuti , o vennero accolti e trattati da coloro con parole di vane promesse ; ed allo stesso Pontefice rimandaronsi. Fuori del palazzo si sapevano le ripulse date ad essi per volontà dei due Sovrani: il perchè gli oratori andando per Bologna erano derisi dalla maggior parte de'cortigiani, e quasi da tutti mostrati a dito: ma eglino ben poco di ciò sì curarono, attendendo ai migliori mezzi dello eseguire quanto dovevano per ispeciale commissione. Intantochè venivano così burlati e non uditi, giunse in Italia Monsignore di Chiaramonte a nome di Francesco I. per pregare i due Monarchi riuniti di rimettere in grazia i fiorentini; e quindi passerebbe a Firenze per iscusarsi dell' accordo fatto con Cesare in opposizione alle promesse di lui, adducendo per cerimonia varie scuse : ma in effetto con insinuazione secreta di usar destro modo a distorre Mala-testa Baglioni ed alcuno de'capi di quella città dall' ostinata difesa ; imperciocché non poteva il He cristianissimo dare alcun aiuto, nè col denaro richiesto, nè coi soldati suoi rimuovere un si stretto assedio ; sebbene per esso Re di Francia fosse ito al servizio de' fiorentini il signore Stefano Colonna da Palestina, il quale trasse sollecito alla difesa di Firenze, e veramente da buon soldato. Godendovi egli molta popolarità ebbe il primo comando delle milizie nazionali: e si pose in emulazione con Ma-latesta, supremo Governatore delle cose militari, in luogo di Ercole da Este che mancò d'intervenire
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