Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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a raccogliere vettovaglie in abbondanza , commettendone la compera da tutte le parti. Lo storico Frate Leandro Alberti, domenicano Inquisitore trovandosi a que' giorni nella patria sua, racconta che molti Signori, vedendosi quivi accolti con grande amore e cordiale ospitalità, ebbero a dire : „ nessun'altra città d'Italia aver potuto così agiatamente alloggiare quel numero di personaggi eminenti e distinti che in Bologna concorsero da ogni parte, e che furono alloggiati senza incomodo degli abitanti, siccome accadde appunto in questa città allora ripiena di grandi signori e di nobiltà forestiera.,,
Nei primi giorni di questo mese cominciarono le feste ed i tripudi carnevaleschi, e diedesi ogni sorta di divertimenti, sia nelle case de' gentiluomini bolognesi , sia per altri luoghi a ciò scelti da varie società, e con apparati di molta eleganza e ricchezza, per intrattenere con mascherate, musiche e danze i forestieri e i cortigiani, de' quali a que' giorni la città nostra, come si è detto, era ripiena (4 Febbraio).
Frattanto gli Oratori fiorentini, essendo sempre in fiducia di udienza ma non mai uditi, ebbero commissione dalla Signoria loro , per via di lettere, si abboccassero con Monsignore di Chiaramonte inviato di Francia, il quale a que' giorni in Bologna alloggiava nel palazzo Orsi, e che ad essi confermò d'esser venuto per iscusarsi a nome del suo Be circa 1' accordo fatto con Cesare senza inohiudervi, conforme alle promissioni, i Fiorentini ; anzi egli accorto , con belle parole confortavali, dicendo loro segretamente che il Re suo erasi accordato non all' intendimento di abbandonare la causa, soltanto per cerimonia; affine di compiacere all'Imperatore ed al Papa, cui doveva il detto Monsignore presentare buoni uffici, cbe valessero a rimettere con felice esito tali differenze.—- In questa dubbia con-^ dizione trovandosi adunque i preaccennati Oratori* e non potendo ancora la desiderata udienza avere con quella formalità, che avevano più volte dimandata ai due Sovrani, accadde cosa veramente ardita
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