Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIfoggia stessa dell'anzidetto Marchese, col tagliò della veste sua alla tedesca: indossava inoltre una magnifica sopravveste di porpora, adorna di ricami in oro ad argento e bellissimi, ed avea una berretta o corona ducale riccamente gemmata, e quanto possa mai dirsi opera bella e doviziosa.
Lo strennissimo e magnificente Duca d'Urbino, per terzo, come prefetto di Roma, vestiva un abito assai diverso dagli altri due, e cioè una dalmatica , che sino alle ginocchia gli cadeva, fatta di nn raso cremisi con soprapposto manto di broccato d'oro e allacciato alla spalla destra. In capo aveva un berrettone di strana foggia piramidale, lungo e coperto di raso rosso, con fodera d' ermellino, ed era non meno splendido per oro e gemme, con alla sommità, rotonda e bianca, due strisce auree formanti una croce. Gli pendevano sulle spalle due altre strisce rosse colle croci di trine d'oro, a guisa delle larghe fettucce che cadono dalle mitre vescovili. Egli teneva lo stocco o spada dell'Imperatore, bene ornata di gemme nell'elsa e nella vagina.
Il Duca di Savoia per quarto appariva, ed era in vesti assai ricche adorne di seta e porpora, con guer-nimenti d'oro e d'argento. Gli copriva la testa una ducal corona, rilucente di perle, di smeraldi e di carbonchi, la quale fu pregiata meglio valere di cento mila ducati. Esso recava il diadema imperiale, fatto a bella posta per coronare l'invitto Carlo. Questo diadema prezioso ed imperiale vedovasi differente dalle altTe regali corone: perciocché conteneva sotto di sè una certa mitra, quasi di forma episcopale-, più bassa, più larga, non tanto acuta, ed aperta dal lato della fronte e non delle orecchie, sopra la quale era un cerchietto d' oro o semicircolo, in cui stava infisso un piccolo globo con una croce.
Qui mette bene di avvertire come dato non fosse al Principe di Sanseverino di portare alcuna delle quattro insegne imperiali, secondo ch'egli per diritto e per grado ne aveva pretensione; sicché non
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