Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIil Cardinale Farnese , Priore de' Vescovi e Decano del Sacro Collegio ; ed avendo a passare nella terza Cappella, eretta a parte sinistra del ponte ed intitolata a san Maurizio, nella quale toltogli di dosso il piviale, da'suoi camerieri, Monsignor di Lasuano e Marchese di Lanetta, disfìbbiatagli la dalmatica, aperti certi bottoni sopra il gomito destro, e tirata a parte la camicia alla dirittura del muscolo sopra di esso, con bambagia bagnata nell'olio da cresima o de' catecumeni, il reverendissimo Farnese ungendolo fece il segno della Croce e di subito postovi sopra la bambagia con candida tela di lino, dal Vescovo di Coirà asciugavasi la parte unta: quindi da altri due camerieri, i Monsignori di Granelelle e di Lascrivo, eragli racchiusa la manica, e similmente apertigli altri bottoni fu unto sopra l'ascella della medesima spalla dallo stesso Cardinale, replicando il segno della Croce ; e tale atto della unzione sacra accompagnavasi con alcune divote preci. E poiché al Cardinale operante quella unzione fu levata la mitra dal maestro delle cerimonie, egli disse: Deus omnipotens, cujus est omnis potestas etc., quindi i tre Cardinali insieme ricondussero Cesare sul ponte. Già essi movevauo per accompagnarlo alla cattedra , in cui siedeva il Pontefice , quando insorse tra gli ambasciatori intervenuti al corteggio una nobilissima contesa di precedenza. Ora i precisi particolari non sono da tacersi di quella contesa , poiché le cose anche più minute talvolta in fatti storici servono ad esempio e ad istruzione. Dai principati e dalle repubbliche d'Italia e fuori, riferimmo già che si spedirono ambasciatori straordinari per assistere a sì grande solennità. A nome della repubblica di Genova furono allora in Bologna un Franco Fiesco, un Nicolò Giustiniano, ai quali per terzo s' aggiunse Giovanni Lercario, che pochi giorni prima era venuto per affari di Stato. Nello uscire dunque Cesare dalla Cappella di san Maurizio, passando innanzi agli ambasciatori, parve ragionevole ai Genovesi che i Sanesi, come inferiori,
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