Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 361
e d'argento, cosparso di perle e gioie ne'tagli; un guernimento al cavallo, d'oro e d'argento tirato: da' suoi ragazzi e staffieri s' indossavano casacche di velluto giallo intagliato con panno azzurro ; e rubboni e cappe di rase, similmente azzurre; e berrette dello stesso raso e colore. Dal Conte Cosman-tonio d'Altamira, ricco egli pure di perle e gioie, fecesi pomposa figura con una magnifica veste di tela operata a fili d'oro, foderata di velluto morello, e con un saio d'oro e d'argento.
Don Alfonso Teles, Signore di Montalbano, porta-va una veste di tela d'argento, foderata di martore; saione, giubba e calze di tela d'oro. —• Don Giovanni Pacheco aveasi parimenti veste e saio della medesima roba, che vestiva il de Teles: ed al còllo Stavagli appesa una catena d'oro massiccio, pesante quindici libbre. Per livrea de'ragazzi e staffieri suol egli provvide cappe di panno morello, e giubboni di nero velluto.
Il Marchese di Villafranoa, Don Pietro di Toledo4 figliuolo del Duca d'Alva, era vestito assai ricco di tela d' oro ed azzurro, con fodera pure di velluto del medesimo colore: e così avea il saio o giubbone. I ragazzi o staffieri suoi, co'medesimi suoi colori vestivano in panno. Il Commendatore maggiore di Lione e consigliere, Don Francesco di Covos, con una veste di broccato d'oro riccio, foderata di martora ed un saio a giorni d'oro e di velluto cremisino. E similmente con isfarzo grandissimo, per valore e bellezza negli abiti, figurava il signor Filippo Croio, Marchese d'Arescotta, generale di cavalleria « e parente dello incoronato Imperatore. E di questo figurava pur bene 1' altro maggiordomo, il signor Adriano Roseo.
Ma chi potrebbe ad uno ad uno (ben avverte il Giovio) annoverare gli altri personaggi, nobili, ricchi , e nati dal sangue de'Principi illustri? E chi nominare i Signorotti e gli onorarissimi cavalieri, i quali di ornamenti, di vesti e di cavalli erano da pareggiare in tale incontro a grandi Re? Sarebbe? Armai. Boi. T. VI. 5o
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