Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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dovuto cedere il primo luogo al Duca d'Ascalona; uè giunse a tempo, ancorché s'affrettasse a venire, Pietro San se ver ino, Principe di Bisignano. Il Marchese Federico di Mantova restò in casa per non apparire al pubblico con quel corredo di vesti-menta e di onorate divise, onde riserbavasi nella città sue di ricevere e festeggiare regalmente tra pochi dì l'Imperatore ; e fors' anche per non contendere del luogo e della dignità col Marchese di Monferrato.
Il Duca Alfonso da Este non era giunto , anzi non potè recarsi per allora in Bologna, siccome feoe dappoi, essendogli stata interdetta la venuta con divieto del Papa, a cagione delle differenze di Stato, per le quali indi si rendeva mediatore lo stesso Imperatore; ed ebbe poi nn salvocondotto, con cui in determinato giorno presentarsi alla difesa ed all'accordo, che più innanzi abbiamo noi a narrare.
Tralasciamo qui di descrivere le diverse vesti del numeroso corteggio per cui tanti e tanti Signorine abbiamo noi più precisa notizia. Invece descriveremo il viaggio tenuto dalla descritta solennissi-ma cavalcata, cioè dalla chiesa di san Petronio a
Snella di san Domenico. Si passò vicino alle logge e' Banchi , ed all' angolo di rincontro al palazzo del Podestà si volse per la via, o ruga in vocabolo d'allora, degli Orefici, dove all'imboccatura era un arco eminente, sopra il frontespizio del quale leggevasi la iscrizione onoraria :
QUOD FORTUNA ET VIETTJ8 TUA CASSARVIRTOTI8 OLOHIAM EQUAVIT US INSICNIBUS QUAB CHRISTIANI COI*CTI VBNBRANTCB
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