Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 399
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tante cerimonie. Alzatosi poscia, egli vestiva una ricca veste lunga, chiamata roba da camera, e intessuta di broccato d'oro, con la quale s'assise ad un'altra mensa poco distante dalla descritta, sollevata di un gradino dal suolo, e con in alto un baldacchino di broccato d'oro. Fece egli parimenti sedere ad un'altra mensa , non molto discosta dalla sua, e collocata sul piano della sala, quattro Cardinali, i Duchi di Savoia, di Baviera e d'Urbino; il Marchese di Monferrato, Alessandro De Medici e Don Antonio De Leyva. In altra attigua sala erano apprestate due tavole di trenta coperte ciascheduna, per li Principi titolati dell'impero, pei Prelati per dignità rigu arde voli, per diversi Oratori, Ufficiali supremi e distintissimi personaggi ed in altre stanze stavano i Rettori e i Dottori dello Studio , la nobiltà senatoria, ed altri che in quel giorno avevano ottenuto l'alto onore di servirlo o assistere di presenza nella solennissima sua coronazione.
Non diremo della squisitezza ed abbondanza delle vivande e de' vini, nè della letizia con cui tutti pranzarono. Per servire in questo convito la persona dell' Imperatore e degli altri Principi stavano presti alcuni cesarei camerieri ; e primo tra essi il Marchese Zenetto, ed anche gli scalchi principali Don Diego Lopez, Urtado di Mendozza e Don Pietro di Ivena; ed i coppieri principali Don Pietro Rodri-guez e Don Pietro di Siviglia. Era anche coppiere e paggio, uno de'primi, Massimiliano Gambara da Brescia, giovane meritamente tenuto in affezione nella corte imperiale. Anche nelle altre tavole furono tutti splendidamente serviti. Le vivande si portavano con grand'ordine e silenzio di parole (nella sala ove stava Carlo) da'principali officiali della cesarea famiglia. Facevansi intanto continuamente sentire suoni di trombe e di pifferi, e sulla piazza spari di mortaletti in segno di allegrezza. L'Imperatore, al primo atto di bere, s'alzò dalla sua sedia e con graziose parole disse un brindisi al Pontefice regnante. Per questo, inchinandosi in segno di gradimento,
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