Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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ANNALIaccadute ne* giorni passati in Bologna, oolle immagini di Papa Clemente, di lui stesso incoronato, e e di quelle de* vari Principi intervenuti alla sua incoronazione. E questa cappella voleva dotare di somma proporzionabile all'annuale mantenimento, da trarsi dalle rendite di Milano, e da compartirsi tra i Canonici della Petroniana Basilica, con obbligo ad essi di celebrare ogni giorno un numero di messe, pregando Iddio onnipotente pe1 felici progressi delle sue azioni in paoe ed in guerra, e per la conservazione e la gloria della casa Germanica. Segnfta poi la morte sua, si celebrasse quel giorno anniversario a suffragio della propria anima. Dopo i debiti ringraziamenti, che furono a Sua Maestà espressi per sì nobile e munifico pensiero, tutti vennero congedati colla speranza di veder presto aver effetto una tale deliberazione di lui.—Vana credenza !
Nello stesso giorno dall'Imperatore furono parimenti ricevuti e congedati con termini onorifici gli oratori veneziani, che alla patria loro ritornarono con regalo cesareo di cinquanta zecchini portoghesi j equivalenti per ogni zecchino a due ducati d'italia.
In prima sera ed anche a notte avanzata ebbero luogo nuove allegrezze per festeggiare esso Imperatore, e i Principi ed altri di suo corteggio. Io una sala del palagio ornata vagamente si ballò per tntta la notte, essendosi invitate non più. di venti dame, per aver le più belle e più graziose. L'Imperatore lece l'onore d'intervenirvi, e tenne ad esse gentili parole; ritiratosi egli poi nelle sue stanze, dimandò chi elleno fossero, e la seguente mattina mandava ad esse, nobili e rari regali. Ma intanto che i grandi signori di corte s'intrattenevano nei sollazzevoli divertimenti ch'erano adatti a'giorni ultimi di carnevale, in diversi punti della città, non pochi disordini assai notabili e di tristi conseguenze accaddero. Molti de' soldati spagnuoli, non di quelli per nascita nobili, ma usciti di vile razza, cercavano (dopo la zuffa accaduta due giorni addietro in piazza ) di dar fastidio ai cittadini, con superbo
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