Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 401
de'meriti singolari d'artisti e letterati, essendo parziale amico di Tiziano, s'adoperò in guisa col nominato Cardinal de' Medici, da far chiamare presso all'Imperatore Carlo quell' egregio artefice, acciocché rendesse in sì fausta circostanza vieppiù palese il grado d'eccellenza, cui era salito nella pittura. Non appena egli giunse in qpesta città, dicesi che l'Imperatore il facesse invitare a corte, e ricevutolo alla presenza sua con molto onore, senza dimora gli commettesse il proprio ritratto a cavallo in armatura, e di grandezza al naturale. Eseguì Tiziano con sollecitndine e valentia quell' ambita cesarea commissione, e condusse appunto la pittura a tal termine e squisitezza d'arte, nel quarto giorno di Marzo, da poter esporre 1* opera sua finita in capo d'una loggia o stanza terrena presso il primo cortile del pubblico .palagio, ove 1' opera egregia di lui (eseguita in tela con assai maestria e finitezza) incontrò l'ammirazione universale, e la soddisfazione dello stesso effigiato monarca, che in segno dell'alto suo gradimento regalò al gran pittore mille scudi d'oro coli'impronta nelle monete della effigie sua, fregiata della corona imperiale. E quindi al cesareo servigio egli venne fermato con annuo stipendio, con amplissimo privilegio fatto Cavaliere e Conte Palatino, e come artista eccelso favorito dall' Imperatore videsi soventi volte onorato di stare alla destra di così potente e glorioso sovrano, il quale oltre ai regali e ai distintivi fecegli la graziosa dichiarazione di non volere, come il Magno Alessandro disse ad Apelle, d' allora in poi esser da altri che da lui ritratto ; e lo nominò suo pittore. — L'Augusto Carlo era in una grande tela dipinto, e la faccia sua dimostrava maestà e leggiadria ; adorno era nella persona di lucidissimo acciaio , sparso di preziosi fregi, e portava quel-1' armatura militare con che entrò quasi trionfante in Bologna. Stava sopra focosissimo cavallo bianco, stellato nella fronte, di ricche bardature fornito, e che superbo di sì nobile peso, sbuffando, pareva
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