Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 401
messa nella manica. Ma dicendogli Sua Maestà : mostra quello che tu hai fatto, fu forzato Alfonso a dare umilmente quel ritratto in mano dell'Imperatore, il quale avendo considerato e molto lodato l'opera, gli disse: basterebbeti l'animo di farla di marmo? Sacra Maestà sì, rispose Alfonso. Falla dunque, soggiunse l'Imperatóre, e portamela a Genova. Quanto paresse nuovo a Tiziano questo fatto, se lo può ciasouno per se stesso immaginare. Fu da taluno creduto che gli paresse aver posta la sua virtù a compromesso ; ma quello che più gli dovette parere strano, ài fu che mandando Carlo a donare mille scudi a Tiziano, gli commise che ne desse la metà ad Alibnso, e gli altri cinquecento tenesse per sè r di che ò da credere che seco medesimo meravigliasse Tiziano. Alfonso dunque, messosi con quel maggiore studio che gli fu possibile a lavorare, condusse con tanta diligenza a fine la testa di marmo, che fu giudicata cosa rarissima. Onde meritò, portandola all' Imperatore, che Sua Maestà gli faoesse donare altri trecento scudi. Così venne Alfonso, per li doni e per gli elogi datigli da Cesare, in tanta riputazione, che il Cardinale De'Medici seco lo condusse di poi a Roma, siccome quegli eh' era protettore di tutti i virtuosi letterati ed artisti. Trai quali è pur da aggiungere il nome del celebre intagliatore Giovanni Bernardi da Castel Bolognese , che parimenti fece il ritratto di Carlo V. in un acciaio: ed improntatane una medaglia d'oro la portò subito all'Imperatore, il quale donógli cento doble d' oro ; e facendolo poi ricercare se voleva andarsene in Ispagna, Giovanni , scusandosi com' ei doveva , ricusò con dire che per genio , riconoscenza ed affezione non poteva partirsi dal servizio di Papa Clemente e d'Ippolito Cardinale, per li quali aveva alcuna opera cominciata che ancor si stava imperfetta.
In que'giorni, per lo esercizio delle arti del disegno felicissimi, ne'quali operavano gli artisti anzidetti, era similmente in Bologna lo spiritoso pittore Annal. Boi. T. VI. 53
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