Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
438 ANNALId'improvviso intervenne non tanto per corteggiare la sua bella cognata, quanto per oggetto di proprio interesse ; volendo trattenersi a particolare colloquio con Francesco Maria Duca d' Urbino. Carlo vi si fermò due ore, onorò di gentili concetti e di brevi discorsi le dame ed i cavalieri, per nobiltà più distinti o per qualità virtuosa più riguardevoli. Vuoisi che la Duchessa di Savoia desse pei serenissimi Duchi d'Urbino una sì magnifica festa, e che insinuata a ciò fosse da suo cognato l'Imperatore, che voleva in privato luogo parlare al Duca Francesco Maria, siccome fece quella sera, incominciando per domestici ragionamenti, poi passando a materia militare, infine restringendosi, con accorti modi e molta confidenza , a ricercare il nominato Duca se gli piacesse fermarsi al suo servigio, avendo intenzione di lasciarlo in Italia suo capitano-generale. Nò bastandogli quest' ufficio, fatto seco a bocca con molta efficacia, lo stesso Imperatore adoperò la mediazione della Duchessa di Savoia con la Duchessa d' Urbino , affine di persuaderla ad esortare il marito di cedere al desiderio di sì gran Monarca, giustamente estimatore dell' altrui valore. Ma il Duca non potò di sorta alcuna accettare così onorevole proferta, essendo egli impegnato colla Repubblica Veneta nel-1* ufficio di Governator generale d' armi ; nè poteva senza licenza di quella Signoria assumere qualsiasi altro rilevante impegno. Per molte ore della notte continuando quella festa, occorse che alcuni signori Spagnuoli, o troppo allegri o avvinazzati, molto liberamente amoreggiassero colle avvenenti damigelle della Duchessa, a tal che con cenni e parole mossero a sdegno i cortigiani Savoiardi, che di esse erano forse invaghiti o amatori. Ond'è che nacque una rissa, e fu di qualche conseguenza. Dalle parole di sdegno si venne a' fatti, e si pose mano alle spade. In questa rissa rimasero uccisi tre spagnuoli, ed altri sette feriti per colpi dati dai servitori dei Pepoli, che, sopravvenuti al trambusto, spinsero a forza fuori del palazzo molti di que' superbi ed impertinenti stranieri.
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