Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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e che molti fossero aggravati più di quello che lor pareva convenevole, si sollevarono parecchi de'più poveri, ed entrando impetuosamente in Palazzo vollero parlare col Gonfaloniere di Giustizia, e fecero querela d'ingiusto partimento nel disporre la tassa, e vennero a tali contese con esso Gonfaloniere, che poco mancò non occorresse alcun disordine, venendo ai fatti quegl' irati uomini che si vedevano male accolti, e tenuti in conto non di ragionevoli ma di ribelli. Ed ecco i Tribuni della plebe, eh' ebber saputa la cosa, trarre solleciti dov era il tumulto,
adirato, e con soddisfazione di tutti restò affidata la bisogna ai tribuni medesimi ; ed il partimento fu fatto nuovo, e il popolo si tenne contento della loro opera di equità.
Intanto Cammillo Sacchi, uomo di gran seguito nella montagna, teneva molto infestato il paese di Vergato ed altri luoghi del dintorno , scorrendoli da temerario col codazzo de'suoi dipendenti, e predando , e vivendo alle spese altrui, senza aver riguardo a nessuno quando si trattava di soddisfare a' suoi arditi e temerari desiderii. Il Guicciardini, avvisato della cosa, mandò colassù un drappello di trecento uomini, comandati da Melchiorre di Arma-ciotto de' Ramazzotti, il quale co'suoi assediò il Sacchi dentro una casa dove si era rifuggito, ed appiccandovi il fuoco , lo arsero vivo colà dentro. E con lui perirono alcuni suoi compagni e seguaci ; ed altri vennero uccisi mentre fuggivano, restandone pochi de' prigioni, perchè supplicarono per aver salva la vita, e si credettero alla discrezione ed alla clemenza del capitano Ramazzotto. Ma come furono costoro in Bologna, vennero condannati dal Guicciardini e dal Pretore all' estremo supplizio ; il perchè gridavano essere stato meglio per loro che col Sacchi fossero periti colassù , o morti di propria mano, che in pubblica piazza d'una città appesi per la gola con tanta ignominia.
Annal. Boi. T. VI.
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