Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI
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hanno sempre sofferto di tali inondazioni ed allagamenti ; sicché il luogo acquistato da Ercole Estense pati in processo di tempo.gravissimi danni, onde ri-sentironsi pnr anche i bolognesi e gl'imolesi. Nè mai la bisogna ebbe fine, sinché Ferrara rimase in dizione degli Estensi, gelosissimi delle loro proprietà e del loro operato. E quando soltanto la Provincia di Ferrara passò in soggezione del Pontefice, allora fu commessa la cosa ad esperti idraulici, ohe migliorando le livellazioni, e i corsi d'acque rettificando , e tutto volgendo per lo meglio, hanno diminuiti, se non tolti appieno, i mali che pativano que* bassi luoghi di confine.
ANNO DI CRISTO 1843*
Sempre funeste furono le questioni di confine ; e mille volte i bolognesi e quelli di Ferrara ebbero a sperimentarne i tristi effetti. Gelosi dei proprii diritti, e cupidi talvolta di allargare i rispettivi limiti di territorio, e sempre poi di conservarli a danno de' finitimi, altro non facevano che scavar fòssi e canali, od alzare argini e costruir lavori di meccanismo per volger le acque de'fiumi ad altra parte lontana dalla propria; talché le astringevano a deviare da quel letto antico che naturalmente si erano scavato, prendendo strada per le campagne ooltivate, ed allagando paesi , e sommergendo- uomini e case miseramente. Dì queste gare funestissime vedemmo esempi nell' esporre le notizie dello scorso anno; e siamo stretti a rinnovar la narrazione nell' anno presente. E difatto il Duca di Ferrara , che non pativa a verun patto l'immissione di Reno in Po, fece inalzare un forte argine , contr' ogni rettitudine, alla foce del Reno ; il perchè questo influente si aperse strada laterale, squarciando le proprie sponde, e dilatossi a gran danno per tutte le terre da Massumatico o Mansionatico sino al Po :
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