Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI 63
quell'effetto solamente, cosi dentro come fuori della citta. Le quali cose tutte furono di sì grave spfcsa per la Camera di Bologna, ohe videsi costretta (consentendovi i Pontefici ) ad accrescere i dazi e le gabelle ; onde poi si accrebbe non solamente il prezzo di tutta la mercanzia, ma dell' intera vittovaglia. Danno di gran momento, che aocade ogni volta che la carestia non è apparente ma vera, sicché non giovi il denaro per sopperire agl'infiniti mali che apporta. Per le quali cose addiviene sempre che la gravezza universale non duri soltanto finché la penuria si fa sentire, ma dopo ancora che la medesima À cessata, ed anzi talvolta in istagione in cui d'ogni cosa che spetti al vitto è universale dovizia»
ANNO DI CRISTO 1591.
Nel Gennaio il Senato bolognese mandò ambasciatori a Roma per rendere ubbidienza a Gregorio XIV., Fulvio Grassi, Mario Casali ed Alessandro Bolognet-ti; i quali, dopo avere in compagnia di Cammillo Bolognini ambasciatore allora residente in Roma, eseguito l'ordine avuto dal Senato, ritornarono à Bologna, avendo lasciato in Roma il Grassi in vece del Bolognini.
Poco dopo, perseverando pur tuttavia i banditi a molestare ogni contrada; e intendendosi, che Alfonso Piccolomini Signore di Montemariano con alcuni suoi troppo arditi compagni scorreva per la Romagna, senza però fare notabil danno a veruno* il Granduca di Toscana mandò alcune compagnie di soldati, le quali accompagnate con quelle del Duca di Urbino, e con quelle del Papa, costrinsero il Piccolomini dopo lungo contrasto, a ritirarsi con pochi de' suoi in una casa debole assai nel contado di Ravenna, dove avendo gran pezzo con intrepido cuore combattuto, si diede alla fine per
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