Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi

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      BOLOGNESI 63
      di millecinquecentosessantotto. Ed intanto, ohe in Bologna si procurava di saper tali cose , >1 Papa , eh' aveva eletto il Cardinal Pietro Aldobrandini suo nipote per generale dell'impresa, e stabilito che si aumentasse l'esercito fino al numero di quarantamila fanti, ordinò , che si facessero nuovi colonnelli e soldati, fra'quali il Marchese Cesare Pepoli condottiero d'uomini d'arme della Signoria di Venezia fu fatto colonnello e consigliero di guerra, e diede due compagnie d'archibugieri a cavallo a Giacomo Pepoli suo cugino : ma non occorse poi che questi ultimi colonnelli e capitani (sebbene avevano cominciato a mettere all' ordine le loro compagnie) le fornissero del tutto; perchè intanto, mentre la città di Bologna, i castelli e le ville del contado erano piene tutte di soldati, e altro non s'udiva che rumori e preparamenti di guerra, essendosi già trattato a stretto consiglio della pace con Doti Cesare , il quale conobbe chiaramente di non poter lungo tempo difendersi contra la potenza del Papa, si concbiuse finalmente 1' accordo come di subito vedremo.
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      La pace fra Don Cesare da Este ed il Pontefice si conchiuse d'accordo in principio di questo anno col mezzo di Madonna Lucrezia da Este Duchessa d'Urbino e sorella del morto Duca Alfonso, la quale vecchia e malata si fece portare a Faenza, dove ao-cordò il negozio col Cardinale Aldobrandini in questa maniera : Che Don Cesare da Este assoluto da ualunque scomunica e censura in che per disubbi-ienza fosse incorso, lasciasse liberamente al Pontefice la città e lo stato di Ferrara, la città e le valli di Comacchio, lo stato già posseduto nella Romagna dal Duca Alfonso, con Cento e la Pievé, castelli anticamente soggetti al Vescovato di Bologna.
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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Settimo
di Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino
1844 pagine 522

   

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