Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
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Borato (£iufecon&ul*o tpantovdno., e prese laurea-dottorale ia Ferrara fanno 1575 , al dire dell'Alia «fasi; indi per abilitarsi a poter esercitai» in Bologna 1',avvocazione, ottenne d'essere nuovamentediohia* rato dottore fra di noi dalla famiglia privilegiata de' Campeggi, l'anno 1576. Cosi insignito si diede fra noi ,*> patrocinare» cause: ed inveiti più volte il Magistrato degli Anziani. E passò indi a Roma a pro4 gessar gli ul&ci d'Avvocato. Colà ai acquistò nomé bellissimo, talché nell' anno 1677, avendo Giacomo Bonoompagni fatto acquisto dal Serenissimo Alfonso d'Este Duca di Ferrara del .Marchesato di Vignola i vi spedi Antonio Soappi a prenderne' possessione, • vi restò poi Governatore per alouni aaai. In ap* presso, ritornò a Roma, dove esercitò la oafioa di» Auditore di Girolamo Melchiorri Vescovo di Maoe-* rata, Decano della Camera e gran protettole della fapuiglia $cappi. Indi fu Governatore della città dj Leonina 0 Pia e delle sue adiacente pel Marchese Giacoma Bonoompagni : e passò quindi ad essere Giudice di Ripetta. — Dopo questi onori entrò ai aexvigi di Vespasiano Gonzaga Colonna DucadiSab* bioneta, in qualità di suo Consigliere; ed ivi coni-» pose un'opera col titolo Tractatus Juris, ciò ch'egli asserisce nell'Avvertimento premesso al medesimo Trattato. Si fermò poi in tale carica fino all'esala fazione di Sisto V. nel i585; ed in tal anno, otte-» nuta la dimissione dal Duca padron suo , si recò a Roma, a baoiare il piede al nuovo Sommo Pontefice , come esprime egli stesso nella dedicatoria del auddetto Trattato al medesimo Papa Sisto V. Che facesse dopo un tale anno in Roma, ben non »i >ttu Ivi è comune fama che moriste verso il chiudersi del secolo, e che ivi avesse sepoltura; — Lasciò il Trattato del Diritto, un libro de Persoms et Heòus Ecclesiasticis, ed un altro sul berretto rosso conferito ai Cardinali Regolari ; opere tutte di molto pregio, e specialmente la prima.
Giulio Scarlattini è da aggiungersi ai Giurisperiti bolognesi, per la lunga stanza fra di noi, benché a
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