Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESI z$9
perchè alla fine ne godesse. Intanto nel i5a8 gli fa aumentato lo stipendio di professore di lire 3oo, coli' obbligo però che portasse ogn' anno alla Ma-donna di Galliera una libbra di cera ; e ciò per mostrare ad un tempo come la stima che si teneva di lui, e come la misura d'un tale aumento d'onorario fossero cose Btraordinarie oltre ogni dire. Egli operava e nella lettura da più di venticinque anni, e nella storia di Bologna da forse quindioi, avendo dati dodici libri già compiuti; quando i suoi invi«-diosi nemici, soffiaron nel fuoco dell'ira contro di lui, e 1' accusarono di troppa lentezza nel raccogliere notizie e nello scrìvere (quasiché le storie si potessero improvvisare fantasticamente); e di più gì' involarono un intero libro, come significa egli stesso al principio del tredicesimo, e nella dedicatoria del decimosesto ; oltre il quale non ne dettò più che uno , finendo il suo lavoro coli' anno di Cristo ia63. Intanto , aveva Achille conseguita 1' amicizia ben utile del Cardinale Ascanio Sforza Legato di Bologna, che lo volle a fianco per consiglio ed istruzione, e che gli ottenne dal Senato la giubilazione dalla sua lettura nel i536, a patto però che in casa propria fosse liberale d' ammaestramento e di consiglio a que'giovani che si piacessero di greco e d'erudizione multiforme. Ciò fece: anzi nel suo palazzo , onde più innanzi fa rem parola, eresse VAccademia Bocchiana o Ermatena, cui ebbero parte filologi ed eruditi non pur di Bologna, tna di tutta Italia: i quali convenendo presso di lui nel lor passaggio per Bologna, e trovandolo gentile ed amoroso, come a bennato cavaliere si conviene, lo chiamarono per soprannome Filerote, che 'viene a significare in nostra lingua amoroso amico.— La pensione, gli scritti storici, l'esercizio nella musica, l'istruzione ai giovani, e l'amicizia di potenti uomini e reggitori di popoli, migliorarono siffatta- . mente la condizione del Bocchi, ch'egli potè alla, fine immaginare la fabbrica di quel palazzo severo e classico, che sorge ancora in Via de'Monari, e che Annal. Boi. T. VII. aq
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