Annali della città di Bologna di Salvatore Muzzi
BOLOGNESIAgamennone, Achille, Giasone, Scipione, Ercole, Ermete e Tideo ; eroi di nome, perchè il padre qnand'essi nacquero era tutto pieno di vigor marziale , e valeva colla spada fprse più di quel che valse di poi col senno e collo scritto. Era ancor giovine di 37 anni, quando fece parlare la prima volta di sé ; e fu per marziale prodigio, per un fatto che eclissò ogni luce da lui mostrata, per avventura scrivendo erotiche ballate giovanili. Gemeva nella ròcca di Varano l'amico suo Annibale I. Ben-tivoglio, tenutovi prigione da Francesco Piccinino ministro del Duca Visconti Filippo Maria, che aveva ridotta in ischiavitù la città nostra di Bologna. Galeazzo, capo di cinque valorosi, lo trasse di ferri, lo ricondusse a Bologna, cacciò il Piccinino, ritornò libera la patria, e giurò di voler esserne il primo soldato, anziché signore, come il popolo esultante lo acclamava. — E dopo due anni, essendosi levati in superbia i Canetoli di Bologna, emuli de* Ma-rescotti ed invidiosi della grandezza bentivolesca, tentarono più volte la distruzione di queste ricche e potenti famiglie, e giunsero da ultimo col tradimento (514 Giugno i445) a spegnere di ferro in pieno giorno e per le strade di Bologna il generoso Annibale Bentivoglio,giovane saggio e potentissimo,nonché tre fratelli di Galeazzo, Gianluigi, Tideo ed Antenore: ed egli solo il gran Marescotti, si sottrasse armata mano al furore de'Canetoli e de'loro congiurati , i Ghisilieri ; e vendicò in un subito la morte dell' amico e dei fratelli, movendo il popolo alla strage, e caociando dalla città e dallo stato di Bologna gli assassini de* suoi, cui vennero incendiate le case, distrutte le ville, confiscati i beni, come a traditori della patria ed uccisori de'concittadini proprii. — Ma tanto basti di Galeazzo eroe marziale, e generoso sostenitore dei Bentivoglio.Vediamole uom di toga e di consiglio, non più scrittore amoroso né menatore di brando. Al principio del 1448 fu spedito dalla città a Nestore Manfredi Signore di Faenza, il quale trovavasi a Pera ice to, per riverirlo Annal. Boi. T. VII. 37
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